venerdì 30 gennaio 2015

Stato-mafia, e ora Mancino chiama pure Mattarella

E’ lui, infatti, l’unico l’imputato del processo sulla trattativa Stato-mafia che ha dato mandato ai suoi legali, gli avvocati Massimo Krogh e Nicoletta Piergentili, di citare in aula il palermitano prescelto da Matteo Renzi per il Colle

Anche se a sua insaputa, ancora una volta Nicola Mancino ha puntato dritto al Quirinale. E’ lui, infatti, l’unico l’imputato del processo sulla trattativa Stato-mafia che ha dato mandato ai suoi legali, gli avvocatiMassimo Krogh e Nicoletta Piergentili, di citare in aulaSergio Mattarella, il palermitano prescelto da Matteo Renzi per il Colle. E’ così che ‘’l’uomo grigio’’, spedito a razzo verso la più alta investitura istituzionale, potrebbe ritrovarsi nei prossimi mesi nei panni di testimone davanti alla Corte d’assise di Palermo: e se diventasse davvero il dodicesimo inquilino del Quirinale, si assisterebbe al curioso bis di una deposizione presidenziale davanti ai pm che indagano sul patto Stato-mafia. L’avvocato Piergentili, oggi, in evidente imbarazzo, nicchia: ‘’Non mi sembra il caso di fare dichiarazioni sui nostri testi: al momento in aula vengono escussi i testi dell’accusa, e ci vorranno parecchie settimane prima di passare a quelli delle difese’’. Ma perché Mancino ha chiesto la citazione di Mattarella? Cosa si aspetta la sua difesa dalle dichiarazioni del giudice costituzionale che ha fatto del riserbo la sua cifra più caratteristica?
Preso in giro fino a qualche anno fa con il soprannome di  ‘’onorevole Martirello’’ per quella sua aria sofferta di parlamentare costretto a portare la croce di un gravosissimo impegno politico, ma in poche ore diventato nella descrizione della maggioranza renziana ‘’un grande italiano’’, Sergio Mattarella appartiene da sempre alla corrente di sinistra della Dc. La stessa di Ciriaco De Mita che di lui ebbe a dire: ‘’In confronto Arnaldo Forlani era un movimentista’’. La stessa di Mancino, ma anche la stessa di Calogero Mannino, ora sotto processo con il rito abbreviato perché considerato l’ispiratore della trattativa Stato-mafia. ”Con Mannino i rapporti erano normali, di reciproco rispetto”, spiegò lo stesso Mattarella nel processo che a Palermo vedeva l’ex ministro agrigentino imputato di concorso in associazione mafiosa (poi fu assolto). E nonostante i due avessero per anni condiviso la leadership della sinistra Dc in Sicilia, in quell’occasione Mattarella specificò di non sapere se Mannino, durante i suoi incarichi amministrativi o di governo, avesse favorito i cuginiNino e Ignazio Salvo, gli esattori mafiosi ma soprattutto i più potenti notabili dello Scudocrociato nell’isola. ”Ho conosciuto i cugini Salvo – spiegò Mattarella -Mannino puo’ avere adottato provvedimenti che riguardavano le esattorie, ma non so se si traducessero in favori”.
Ora gli avvocati di Mancino vogliono chiedergli se la scelta del politico avellinese al posto diVincenzo Scotti al Viminale fosse legata a semplici logiche di partito, come sostenuto dalla difesa, oppure all’esigenza di ‘’liquidare’’ l’ex ministro dell’Interno, che era anche parlamentare, e che nel marzo del ’92 aveva lanciato l’allarme di Elio Ciolini su un ‘’strategia eversiva’’ che avrebbe aggredito l’ordine istituzionale, come sostenuto invece nell’atto d’accusa dei pm. Nel capitolato ammesso dalla Corte d’assise di Palermo, i difensori Krogh e Piergentili annunciano che aMattarella intendono porre domande inerenti alla ”linea adottata dalla Dc nella lotta alla criminalità organizzata”, alla ”deliberazione del partito per rendere politicamente incompatibile la carica di ministro con quella di parlamentare, dopo le elezioni del ’92”, e infine alla fondatezza dell’auspicio che sarebbe stato manifestato da Antonio Gava ”di ricoprire l’incarico di capo dei senatori democristiani al quale era già stato eletto Mancino”.
Di questa citazione di Mancino, il candidato al Colle ora fa mostra di non sapere nulla. ‘’Apprendo – ha detto – di essere indicato come futuro testimone nel processo sulla trattativa’’. E l’avvocatoPiergentili, ora che il suo teste è ad un passo dal Quirinale, è altrettanto parca di parole: ‘’Non mi sembra il momento di rilasciare dichiarazioni su di lui’’. D’altra parte è pur sempre lo stesso avvocato che nella Sala Oscura, davanti a Napolitano, prese la parola per manifestare il suo entusiasmo nel trovarsi di fronte ad una così alta carica: ‘’Volevo solo comunicare la mia emozione – disse – nello svolgere il mio mandato davanti alla sua persona e a questi splendidi arazzi’’. Quegli stessi arazzi che tra qualche ora potrebbero far da cornice all’insediamento di Mattarella nel palazzo che è la più estesa residenza di un capo dello Stato al mondo.

1 commento:

  1. Renzi aveva detto che avrebbe nominato il candidato al quirinale solo sabato.
    Il fatto che lo abbia detto 2 giorni prima,QUESTO MI PUZZA e non poco.
    CHE SIA UN DEPISTAGGIO??

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