venerdì 17 luglio 2015

Scuole sicure, ci vogliono soldi e non briciole

Le scuole italiane non sono sicure: più di 41mila edifici scolastici hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza; il 32,5% necessita di interventi urgenti di manutenzione; il 58% delle scuole è stato costruito prima del 1974 dunque è senza norme antisismiche. 
Sono numeri della vergogna quelli che descrivono il pessimo stato di salute delle nostre scuole, a cui i Comuni non sono in grado di far fronte per mancanza di soldi, dopo che il governo con l'ultima Legge di Stabilità li ha spremuti fino all'osso, tagliando fondi per 1,2 miliardi di euro all'anno dal qui al 2019, tagli poi confermati nel Def.
Ora lo stesso governo, che in totale ha tagliato 34,4 miliardi di euro a Comuni e Regioni dal 2015 al 2019, cerca di mostrarsi generoso e con il decreto legge sugli Enti locali in esame al Senato concede briciole che suonano come una beffa. Ai Comuni, ad esempio, vengono dati 40 milioni di euro per la bonifica dell'amianto nelle scuole e negli edifici del territorio: stiamo parlando di un importo medio di appena 5 mila euro a Comune!
Per il M5S la sicurezza delle scuole non si può garantire con le briciole, per questo dopo la nostra battaglia per inserire l'edilizia scolastica nell'8x1000, ora abbiamo presentato una serie di emendamenti al decreto Enti locali in cui chiediamo: di aumentare le risorse per la bonifica dall'amianto da 40 a 100milioni; di ampliare gli interventi sulla sicurezza delle scuole con la possibilità di installare impianti a fonti rinnovabili; di escludere dal Patto di stabilità le spese per l'adeguamento strutturale ed antisismico degli edifici scolastici.
Ma non c'è solo la scure del governo, che taglia senza pietà: i Comuni sono spesso vittime della burocrazia e di una macchina complessa che fa fatica ad erogare le risorse destinate all'edilizia scolastica. Così succede che la maggior parte dei fondi impegnati da vari provvedimenti legislativi adottati nel corso degli anni, sia ancora rimasta inutilizzata a causa della mancata adozione dei decreti attuativi!
Per questo con un ordine del giorno abbiamo chiesto al governo un impegno chiaro per semplificare le procedure con cui i Comuni richiedono le risorse destinate all'edilizia scolastica, così da consentire la spesa delle somme già impegnate, entro il 15 dicembre 2015.
Questo, per noi, è il modo concreto di garantire alle famiglie scuole davvero sicure.

lunedì 13 luglio 2015

'Rischio guerra civile' Le parole del ministro della Difesa greco

Il ministro della Difesa greco Panos Kammenos lancia l'allarme: Grecia a rischio guerra civile. Secondo il ministro, come spiega Mario Valenza su il Giornale, il caos nel paese ellenico potrebbe scoppiare da un momento all'altro: 

"Alta tensione in Grecia. Mentre a Bruxelles si discute il piano per le riforme della Grecia per il salvataggio di Atene, arriva un vero e proprio allarme dal minsitero della Difesa ellenico. L'ipotesi che l'eurogruppo possa costringere la Grecia ad attuare un piano lacrime e sangue, fa tremare il governo greco. I tagli alle pensioni, l'aumento dell'Iva e le riforme anche nel mercato del lavoro potrebbero mettere a dura prova la pazienza dei greci. 

Così il titolare della Difesa, il ministro Panos Kammenos, nel suo intervento al Parlamento greco non ha usato mezzi termini per descrivere la situazione: "Non ho paura del Grexit e neanche delle altre minacce che ci vengono fatte. Ho paura solo di una cosa. Delle divisioni del nostro popolo e della guerra civile. I Greci non sono pronti ad affrontare una cosa del genere". Insomma ad Atene sono pronti al peggio. I disordini potrebbero scattare da un momento all'altro. Tsipras prima di firmare un accordo dovrà valutare anche le conseguenze sociali che il patto con l'ue potrà avere sul suo popolo." 

(il Giornale)

martedì 7 luglio 2015

Mattarella nomina consigliere Simone Guerrini, manager Fimeccanica e capo dei giovani democristiani

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha effettuato le sue prime nomine ufficiali: consigliere del Presidente e direttore dell'ufficio di segreteria del Presidente Simone Guerrini.

Ma chi è Guerrini? Ce lo spiega RaiNews:

52 anni, è stato finora responsabile delle Relazioni istituzionali di Finmeccanica e con il Capo dello Stato vanta un rapporto di lunghissima data, dai tempi della militanza nei giovani Dc. Di Mattarella è stato caposegreteria sia alla vicepresidenza del Consiglio che al ministero della Difesa. Guerrini, sposato con due figli, dopo la laurea in Giurisprudenza e l'Executive Master in Business Administration alla Luiss, ha avuto una lunga carriera come manager.

Dal 2001 è nel gruppo Finmeccanica dove, fra gli altri, ha ricoperto i ruoli di Chief of Staff del direttore generale, di direttore delle Relazioni internazionali, di direttore delle partecipate di Alenia Aeronautica, di direttore delle Relazioni istituzionali e internazionali di Selex Es e, come ultimo incarico responsabile delle relazioni istituzionali.

Tutte le nomine: consigliere e portavoce del Presidente, direttore dell'ufficio per la stampa e la comunicazione Giovanni Grasso; consigliere del Presidente per l'informazione, Gianfranco Astori. Segretarie particolari del Presidente, Leandra Tobini ed Elvira Oxilia. 

 

'Varoufakis é stato silurato perché voleva introdurre una valuta parallela all'euro'

"Altro che l'incompatibilità di carattere con il resto dell'Eurogruppo. In Grecia, il ministro delle Finanze Varoufakis sarebbe stato silurato perché era intenzionato a introdurre una valuta parallela all'euro. L'ipotesi viene dal Wall Street Journal: si trova in un articolo riservato ai soli abbonati. Bisogna ricostruirne il contenuto mediante altre testate on line.

Varoufakis ha parlato dell'introduzione di una valuta parallela all'euro durante un'intervista esclusiva rilasciata domenica sera al quotidiano Telegraph: era già chiara la valanga di No al referendum relativo all'adesione della Grecia ad un nuovo programma di austerity:

"If necessary, we will issue parallel liquidity and California-style IOU's, in an electronic form. We should have done it a week ago"

"Se necessario, emetteremo liquidità parallela [agli euro che la BCE lascia affluire solo con contagocce] e titoli di credito come quelli della California in formato elettronico. Avremmo dovuto farlo una settimana fa". Nel luglio 2009 la California, che aveva le casse prosciugate in seguito alla crisi finanziaria esplosa l'anno prima, per pagare gli appaltatori cominciò ad emettere cambiali: gli IOU, appunto. L'acronimo sta per "I owe you": qualcosa come "Io ti devo", "Io ti pagherò".

Domenica sera Varoufakis parlava al Telegraph come un ministro dotato di poteri e libertà di manovra. Lunedì, di buon mattino, ha annunciato le dimissioni sul suo blog dicendo che voleva favorire il negoziato fra la Grecia e i creditori, il cui odio nei suoi confronti era per lui motivo di orgoglio.

L'articolo riservato agli abbonati del Wall Street Journal sostiene che solo la grande popolarità di Varoufakis aveva trattenuto Tsipras dal pretendere già prima le sue dimissioni: ma con le dichiarazioni sulla valuta parallela il primo ministro si é veramente seccato e ha reagito. Così almeno riferisce Business Insider.

Questa prospettiva sottintende una frattura all'interno di Syriza fra falchi come Varoufakis e colombe come Tsipras, desiderose di rimanere nell'euro quasi ad ogni costo. Se Varoufakis nelle prossime settimane avrà in Grecia un nuovo incarico di rilievo, sarà la prova che il punto di vista del Wall Street Journal era sbagliato. O che la Grecia non ne può davvero più dell'eurozona, dei suoi ricatti e delle sue ripetute bugie".

Dario Tamburrano, europarlamentare M5S

Putin e la telefonata a Tsipras: 'Minuti di panico in Europa'

Nella giornata di ieri c'è stato un colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier greco Alexis Tsipras: secondo molti il Cremlino potrebbe rappresentare come una fonte alternativa ai finanziamenti della Troika, perciò le mosse dei due governi in questo senso incutono timore all'Europa, come spiega Simone Pierani su Il Manifesto: 

"Ieri mat­tina, nel bel mezzo delle dimis­sioni di Varou­fa­kis e le spe­cu­la­zioni sugli incon­tri euro­pei e della Bce, è arri­vata la noti­zia di una richie­sta imme­diata di col­lo­quio da parte di Putin nei con­fronti di Tsi­pras. Il panico in Europa è durato pochi minuti, ma deve aver fatto sob­bal­zare sulla sedia più di un lea­der europeo. 

A quanto pare, invece, sarebbe stato Tsi­pras ad inter­rom­pere la sua riu­nione con i par­titi poli­tici greci, per tele­fo­nare a Putin e aggior­narlo su quanto stava acca­dendo. Secondo il reso­conto scarno delle agen­zie, il pre­si­dente russo avrebbe discusso con Tsi­pras del risul­tato del refe­ren­dum di ieri ed «espresso soste­gno per i greci che devono supe­rare le dif­fi­coltà che il paese si trova ora davanti». 

Putin e Tsi­pras avreb­bero anche discusso «di alcune que­stioni rela­tive all'ulteriore svi­luppo della coo­pe­ra­zione fra Rus­sia e Gre­cia». La tele­fo­nata con­ferma alcune dina­mi­che piut­to­sto note. 

Il legame tra Rus­sia e Gre­cia in fatto di ener­gia e non solo, c'è ed è una poten­ziale stra­te­gia di gestione della crisi da parte di Atene. Posto che alla Rus­sia inte­ressi esporsi in modo dirompente. 

Nei giorni che hanno pre­ce­duto il refe­ren­dum greco,il Crem­lino aveva spe­ci­fi­cato di essere dispo­sto ad aiu­tare la Gre­cia, qua­lora fosse Atene stessa a richie­derlo. Putin di sicuro gon­gola a vedere in dif­fi­coltà quei paesi euro­pei schie­rati con­tro Mosca per la crisi ucraina e potrebbe non essere così remota la pos­si­bi­lità di un ten­ta­tivo da parte della Rus­sia, di attrarre la Gre­cia verso il polo che attual­mente vede Mosca e Pechino in prima linea. Un fat­tore che potrebbe ral­len­tare un'eventuale e più aperta espo­si­zione russa al riguardo è deter­mi­nato pro­prio dall'atteggiamento cinese". 

Barbara Lezzi (M5S): Omnibus - #fuoridall€uro

'Ndrangheta, Calabria: sette arresti per appalti truccati, indagato ex assessore regionale Trematerra

I carabinieri del comando provinciale carabinieri di Cosenza hanno eseguito un'ordinanza di misure cautelari nei confronti di sette persone. Tra costoro, vi sono alcuni elementi di spicco della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Rua'", tra cui un ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, e alcuni imprenditori, indagati, a vario titolo, di "associazione di tipo mafioso", "estorsione aggravata", "concussione", "corruzione elettorale", "usura", "frode informatica" e "reati in materia di armi". Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro (procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e sostituto procuratore Pierpaolo Bruni) e sviluppate, congiuntamente, dal Nucleo investigativo del comando provinciale di Cosenza e dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Rende, hanno consentito di delineare l'assetto della cosca attiva ad Acri, i cui appartenenti - secondo l'accusa - erano dediti, fra l'altro, a "condizionare" l'attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria e del Comune di Acri per l'aggiudicazione di appalti pubblici nel settore della forestazione a favore di società di riferimento dello stesso sodalizio di 'ndrangheta. In tal senso, sono state riscontrate "pressioni" nei confronti dei funzionari preposti alla trattazione delle pratiche che avevano dimostrato riottosità. In tale contesto risultano indagati anche l'ex assessore regionale Michele Trematerra (per concorso esterno all'associazione mafiosa) e un ex sindaco di Acri (per concussione). Inoltre, veniva accertata l'attività di procacciamento di voti, da parte di esponenti del sodalizio di 'ndrangheta, durante la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale. Le investigazioni hanno altresì evidenziato, oltre a una serie di estorsioni e reati di usura ai danni di imprenditori e commercianti, l'imposizione fatta a vari commercianti per l'installazione nei loro locali di slot-machines e videopoker forniti da una società di riferimento della cosca. 

L’Austria se ne va davvero, esce dall’europa e dall’€ e nessuno ne parla

Occorrevano 100mila firme, in una settimana ne hanno raccolte 261.000 ma solo perchè hanno dovuto fermarsi: la Corte Costituzionale austriaca aveva concesso sette giorni e non uno di più per raccogliere le firme necessarie ad ammettere la petizione popolare per l’uscita dell’Austria dall’Unione Europea, sperando che non sarebbero stati sufficienti. Ne avesse dati quindici, probabilmente la gran parte dei sei milioni e mezzo di elettori austriaci (in Austria il diritto di voto scatta a 16 anni) avrebbe votato a favore della ‘Volksbegehren EU Austritt‘.

Un successo, nonostante il boicottaggio dei media nazionali ed europei (ancora oggi e nonostante tutto la stampa italiana non parla di questo avvenimento e quella austriaca lo fa giusto perchè costretta dalla situazione), nonostante le difficoltà del voto ammesso solo nelle sedi comunali e nei tribunali.
Nonostante tutto 261mila Austriaci hanno deciso che il Parlamento deliberi immediatamente oppure indica un Referendum popolare perchè sia il popolo a decidere se restare o meno nell’Unione Europea.
Una grossa rogna per il Governo socialdemocratico e per i Partiti nazionali che dovranno ora prendere posizione apertamente con il rischio di entrare in rotta di collisione con i loro stessi elettori perchè le ragioni del Volksbegehren EU Austritt non si prestano ad ‘interpretazioni’: recuperare la sovranità nazionale fagocitata da Bruxelles che, senza alcuna legittimazione, decide del destino dell’Austria, scacciare l’Euro responsabile del progressivo impoverimento della popolazione, riacquistare la propria neutralità, abbandonare la politica guerrafondaia dell’Unione sempre più schiava delle mire imperialistiche USA, ripristinare le leggi nazionali sul controllo dell’ambiente, delle tecniche di manipolazione genetica, del traffico, del trattameno degli animali, sulle politiche agricole ed economiche, sui confini, ripristinare normali rapporti commerciali con la Russia … insomma, i promotori della Petizione le hanno precisate così bene le loro ragioni e gli Austriaci le hanno così chiaramente condivise che Parlamento e Partiti dovranno scegliere tra due sole strade: mettersi dalla parte dell’Unione contro la volontà del popolo oppure indire un Referendum che già da ora si può prevedere come andrà a finire.
Ne vedremo delle belle nei prossimi tempi e per il subito questo voto austriaco ha tolto un altro importante mattone all’edificio di questa congregazione di lobbyes chiamata Unione Europea.

PUTIN CHIEDE DI PARLARE URGENTEMENTE CON TSIPRAS: ACCADRA’ OGGI (FONTI GOVERNO)


Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto di parlare con il premier greco Alexis Tsipras.

Lo ha riferito una fonte del governo di Atene, citata da eKathimerini, secondo cui il colloquio avverrà durante una pausa del vertice in corso ad Atene tra Tsipras e i leader dei partiti politici greci. Nel corso della giornata il premier greco, Alexis Tsipras, quindi, parlerà al telefono con il presidente russo, Vladimir Putin. L’iniziativa per la telefonata proviene da Putin, ha tenuto a sottolineare la fonte del governo che ha dato la notizia alla stampa.

Mentana sputtan Renzi in diretta



BUZZI: “PREFETTO ROMA HA PRESO TANGENTE 1 MILIONE DI EURO PER ‘ACCOGLIERE’…”


In un’informativa del Ros del 22 dicembre 2014 Buzzi, intercettato nel suo ufficio parla ai suoi complici e rivela una tangente che sarebbe stata intascata dall’ex prefetto di Roma, quel Giuseppe Pecoraro più volte indicato da Vox al centro del sistema di Mafia Capitale:

«Ma Pecoraro è corrotto! Ha preso un milione di euro da… da Cerroni, e Cerroni lo tiene per le palle, e lui stava nella cordata con la Polverini (…) E l’ha presi, ha preso i soldi da un amico dell’avvocato, gli ha dato… ma lo tira fuori perché… lo tiene per i coglioni».

C’era Pecoraro a minacciare i residenti durante le proteste di Tor Sapienza…

Come sempre, Vox lo aveva detto prima. E non è l’unico prefetto ad essere al centro del sistema di corruzione decisivo nel consentire l’invasione del nostro paese. Eliminare i prefetti.

lunedì 6 luglio 2015

Paola Taverna: "I partiti hanno distrutto la scuola pubblica"

Mario Michele Giarrusso (M5S): In Onda - #fuoridaleuro

Intervento di Di Maio da Atene!


Ammissione shock di D’Alema sui finti aiuti alla Grecia

6 luglio. Tra una sghignazzata e l’altra D’Alema vuota il sacco, raccontando il sistema criminale messo in atto dall’Europa per stritolare i Paesi più poveri. Sistema criminale che il suo partito appoggia e difende! “In Germania il costo del denaro è bassissimo, anzi addirittura l’interesse è negativo. Quindi le banche tedesche raccolgono denaro dai risparmiatori tedeschi, comprano i titoli della Grecia che paga il 15% dei tassi d’interesse (che è un Paese a rischio) e guadagano una montagna di soldi. Quindi accade che da un Paese povero come la Grecia, enormi risorse si trasferiscono in un Paese ricco, come la germania attraverso la differenza dei tassi di interesse. Il Paese povero s’impoverisce sempre di più mentre il Paese ricco si arricchisce sempre di più. Quando il Paese povero non è più in grado di pagare i debiti: arrivano gli aiuti europei. Noi abbiamo dato alla Grecia 250 miliardi di euro, ma non per le pensioni dei Greeci, ma per pagare gli interessi alle banche francesi, tedesce e molto parzialmente italiane… 220 miliardi dei 250 miliardi di aiuti sono andati direttamente alle banche tedesce, francesi e italiane… Quindi, in realtà, quando si dice noi paghiamo le pensioni dei greci NO! Noi paghiamo le banche! Questa è la verità: certo, questo denaro fa un giro, ma i greci non ne sentono neanche l’odore” D’Alema…

https://youtu.be/5rsq4Vrmn40

Dopo la Grecia un'altro paese rischia di fallire

La Deutsche Bank ha una esposizione ai derivati pari a 54,7 TRILIONI DI EURO. Pari a 20 volte il PIL tedesco e 5,7 volte il PIL della intera Europa. E poi la GRECIA che non paga 1,5 miliardi di euro deve fallire.

da formiche.net

"Una montagna di 54,7 trilioni di euro in derivati. È l’elefante nella cristalleria di Deutsche Bank: una somma che equivale a 20 volte il Pil tedesco, che è di 2,74 trilioni e almeno a cinque volte il Pil dell’intera Eurozona, che è di 9,6 trilioni. Lo scrive il giornale Usa online zerohedge.com.

CAPOFILA NEI DERIVATI
Secondo l’autore del pezzo che usa come fonte lo European megabank’s annual report, la banca con la maggiore esposizione in derivati al mondo è Deutsche Bank a quota 54,7 trilioni di euro, che “ha fatto mangiare di nuovo la polvere alla più grande banca d’America, sia per asset che certamente per ego del suo ceo: JpMorgan”, a 50,9 trilioni di euro.
La bella notizia per correntisti e azionisti della tedesca è che questa esorbitante cifra, per effetto di una magia contabile “precipita a 504,6 miliardi di euro in asset e 483,4 in passività, le cifre comunque più grosse in un bilancio da 1,6 trilioni (sceso dai 2 trilioni di un anno fa: un 20% che, secondo Db, è stato generato dai tassi di interesse dei derivati e dai movimento delle cirve dei rendimenti in dollari, euro e sterline nel corso dell’anno, dal tasso di cambio e dalla revisione del trade per ridurre il mark-to-market). Al netto, dunque l’esposizione diventa di 21,2 miliardi… un giochetto contabile che funziona però solo nella teoria”.

A CHE SERVONO GLI AUMENTI DI CAPITALE?
Nella pratica la cosa che rileva è che ad aprile 2013 Deutsche Bank abbia diluito il capitale del 10%, per poi successivamente varare tre aumenti di capitale, uno da 3 miliardi, e altri due da 1,5 miliardi ciascuno: tutto un pacchetto di misure funzionali a rafforzare la struttura di capitale della banca. “Con il risultato che la situazione –spiega l’autore del pezzo – è che la banca è nella stessa situazione di un anno fa”. A copertura di questi 55 trilioni ci sono 522 miliardi in depositi, una cifra di cento volte inferiore.
“La conclusione di questa storia è sempre la stessa: questa esposizione epica in derivati è la principale ragione per cui la Germania, scalciando e urlando teatralmente negli scorsi cinque anni, ha fatto ogni cosa in suo potere per assicurarsi che non ci fosse un collasso a effetto domino nelle banche europee che avrebbe certamente fatto precipitare la catena di collaterali in pancia a Db e la loro conversione da lordo a netto e che causa a Anshu Jain, e certamente a ogni altro ceo di banca, risvegli bruschi in un bagno di sudore ogni notte”." formiche.net

Una doppia moneta per l’Europa?


6 luglio. Intervista a Nigel Farage sul Referendum in Grecia

Blog - La soluzione potrebbe essere rappresentata da una doppia valuta? Intendo, una valuta nazionale per gli Stati membri e una per gli scambi internazionali?

Nigel Farage - Ne abbiamo già una: è il dollaro. Se compri petrolio, o la maggior parte delle merci, o se commerci in tutto il mondo, potrai constatare che il prezzo della maggior parte di queste cose è in dollari. Il dollaro è già la valuta degli scambi internazionali.

Blog - Ma non è possibile controllare il cambio con il dollaro.

Nigel Farage - No, certamente, non è possibile. Anche con l’euro si finisce per avere un tasso d’interesse fittizio. Quando hanno aderito all’euro, molti dei paesi mediterranei dei quali sto parlando hanno avuto sette anni di tassi di interesse troppo bassi. Come quando sei a una festa e continuano a riempirti il bicchiere: è fantastico, molto divertente, ma probabilmente il mattino dopo ti sveglierai con i postumi della sbornia. Quando si parla di interessi per un paese, non conta che siano alti o bassi: quello che conta è che siano adeguati. Consideriamo la Spagna: 1 milione e mezzo di immobili invenduti o costruiti solo in parte per un boom immobiliare esacerbato da un tasso di interesse pari alla metà di quello che avrebbe dovuto essere. La tragedia dell’euro non nasce nel 2008: i semi erano stati piantati molti anni fa.

Jim Carrey: “I Vaccini Obbligatori Stanno Intossicando I Nostri Bambini”

DA LO SPILLO

Così Jim Carrey commenta la nuova legge sui vaccini obbligatoria dello stato del Califonia: “Il governatore della California dice sì all’avvelenamento dei bambini con il mercurio che è contenuto nei vaccini obbligatori. Questa impresa fascista deve essere fermata“, ha scritto la star in un messaggio suTwitter ai suoi 14 milioni di followers

“Quello che chiedo è di togliere le neurotossine dai vaccini, fateli senza tossine”, ha aggiunto Carrey, “la storia mostrerà che è una giusta richiesta“. L’attore condanna le componenti tossiche contenute nei vaccini come il mercurio e il thimerosal che viene utilizzato per la conservazione dei sieri. La denuncia dell’attore è arrivata dopo che il governatore, Jerry Brown, ha firmato una legge che aumenta i vaccini obbligatori per i bambini.

La posizione di Carrey contro i vaccini nasce dalla suaesperienza personale: la compagna Jenny McCarthyafferma come l’autismo sia venuto a suo figlio in seguito ai vaccini.

Il Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) americano afferma che non c’è nessun collegamento tra i vaccini e l’autismo, ma per Jim Carrey è chiaro: “Il CDC non può risolvere un problema che ha diffuso. E’ troppo rischioso ammettere che si sbagliavano sul mercurio/thimerosal. Sono corrotti”

Dionidream da anni condivide articoli che mostrano come i metalli pesanti, contenuti anche nei vaccini, causino danni cerebrali provocando numerose malattie dall’Alzheimer all’autismo. Abbiamo mostrato che il mercurio causa processi neurodegenerativi cerebralie di come la ricerca censurata dell’Università di Paviamostra quello che davvero c’è nei vaccini.

Ho sempre stimato Jim Carrey, la sua capacità di far ridere, di essere se stesso senza compromessi, e ancora di più quando vidi che si era avvicinato alla spiritualità e alla ricerca di verità con Eckart Tolle e Il Potere di Adesso. Grazie Jim per aver affermato quello in cui credi, anche se sicuramente i tuoi manager ti staranno insultando. E’ troppo scomodo dire la verità quando la menzogna è la normalità!

Come ti senti dopo aver letto questo Articolo?

CHE GRANDE LEZIONE DAI GRECI! E ORA VEDRETE COS'E' DAVVERO QUESTA 'EUROPA 


Riportiamo di seguito il commento del giornalista Marcello Foa dopo la vittoria del NO in Grecia: 

Quando circa il 60% di un popolo vota no, sono superflue le solite interpretazioni. E' un voto forte, conclamato e, a mio giudizio, colmo di speranza. Ma non del tutto sorprendente. Il popolo greco - che molti in questi anni hanno deriso - è un popolo coriaceo, orgoglioso, profondamente consapevole della propria identità. E' un popolo che ha resistito a secoli di dominazione ottomana, che nella Seconda Guerra Mondiale ha combattuto a viso aperto gli italiani prima (sconfiggendoli) e i tedeschi di Hitler. Quando si sente minacciato, quando si sente vittima di un'ingiustizia reagisce come ha sempre fatto nella sua storia: unendosi e ribellandosi. 

Il no dei greci è straordinario perché segna un precedente storico. Un popolo di nemmeno 10 milioni di abitanti ha avuto il coraggio di sfidare apertamente l'Europa finanziaria - dominata dall'Unione europa, dalla banca centrale europea e dal Fmi - che ha gettato nella disperazione non solo i greci, ma anche portoghesi, spagnoli, italiani e in fondo quasi tutti i Paesi della zona euro, con la sola eccezione della Germania. E lo ha fatto usando lo strumento che quell'Europa di tecnocrati nega ostinatamente e svilisce quotidianamente: la democrazia. Il voto di un popolo che vuole essere ancora sovrano in questa Europa che invece nega la sovranità. 

E' uno schiaffo clamoroso, che nemmeno uno spin vergognoso, dai tratti terroristici - perpetrato da tutte le istituzioni europee con la vergognosa complicità di Draghi, che ha portato ai minimi la liquidità alla Grecia, costringendo le banche, in piena campagna referendaria, a rimanere chiuse- ha sortito gli effetti sperati. Altrove queste misure avrebbero provocato una netta vittoria dei sì. In Grecia, invece, è stata vissuta come un gesto imperiale, di occupazione coloniale a cui non si poteva che rispondere con il no. Della serie: noi non ci facciamo intimidire. Che tempra! Che coraggio! Onore al popolo greco. E che esempio per gli altri europei. Il voto di ieri è in ogni caso storico e incoraggia altri popoli a seguire la stessa strada. Da questa mattina sono più forti tutti i movimenti popolari di protesta di tutto il Continente, sia di sinistra che di destra, in Spagna, in Italia, in Francia, in Gran Bretagna. E' una scossa tellurica che l'Europa dei tecnocrati non potrà ignorare. 

E questo è l'aspetto più critico e interessante del dopo voto ellenico. Un voto che costringe l'Unione europea a gettare la maschera, a mostrarsi per quel che è davvero. Infatti, se cede alle richieste di Tsipras e rinegozia il debito, attuando politiche che non siano più solo punitive ma finalmente di stimolo alla crescita economica, rinnega 15 anni di inutile, cieca, prevaricante austerity. 

Se invece persegue la linea seguita finora, la conseguenza ultima sarà, verosimilmente, da qui a qualche mese il default e il fallimento de facto della Grecia che si tradurrà in un'uscita di Atene dall'euro con il ritorno alla dracma. Ma se così fosse sarebbe comunque una sconfitta per l'Europa, perché il tabù dell'uscita dalla moneta unica verrebbe infranto, costituendo un precedente dalle conseguenze imprevedibili. Il terzo scenario è quello di un ulteriore, immediato gesto imperiale di Draghi e della Bce, con la chiusura immediata dei rubinetti finanziari alla Grecia, che comporterebbe il fallimento delle banche e uno tsunami sociale. Un gesto di cui verosimilmente Draghi e i suoi referenti dell'elité finanziaria nonché la Germania, sarebbero fieri, ritenendolo l'inevitabile conseguenza della volontà del popolo greco e risponderebbe alle logiche intimidatorie e punitive di chi vuol dimostrare che non esiste salvezza al di fuori di questa Europa - insomma, per dissuadere gli altri popoli dal seguire l'esempio greco. Ma in questo caso mostrerebbe una vocazione totalitaria. Comunque vada, l'Europa finanziaria, basta su criteri assurdi e prevaricatori, oggi ha perso. 

Come non essere contenti?" 

ANTONELLO VENDITTI: GRILLO RIPORTERÀ LA DEMOCRAZIA IN ITALIA


Il cantante, autore di Bomba non bomba, dichiara la sua simpatia per il Movimento 5 stelle

Dopo l'"outing" di Mina Fiorella Mannoia e molti altri Antonello Venditti dichiara tutta la sua simpatia per Beppe Grillo e il suo Movimento cinque stelle.  “Mi fa piacere che Grillo abbia  citato la mia canzone, che racconta la storia democratica di questo   Paese”, ha detto Venditti, autore di Bomba non bomba, la canzone del 1978 che oggi il comico ha citato nel suo blog. 

Venditti spiega: “La mia era una canzone che raccontava  un viaggio, un’avventura che sembrava impossibile e che invece si è poi rivelata possibile: l’arrivo della democrazia a Roma. In Bomba o non bomba il viaggio partiva da Bologna e seguiva diverse tappe. Quello di Grillo invece comincia da Parma. E’ il cammino di Grillo e di tante persone che sperano che ci sia la democrazia in Italia”.

Crisi Grecia, Varoufakis si dimette a sorpresa “per favorire accordo di Tsipras con creditori”

CRONACA ORA PER ORA - Passo indietro a sorpresa del ministro delle Finanze dopo il trionfo dei no al referendum. "Considero mio dovere aiutare Alexis Tsipras a sfruttare come ritiene opportuno il capitale che il popolo greco ci ha garantito", scrive l'economista, "e porterò con orgoglio il disprezzo dei creditori". Oggi conference call tra Draghi (Bce), Juncker (Commissione Ue) e Tusk (Eurosummit). Attesa per la decisione dell'Eurotower sulla liquidità alle banche

Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha annunciato lunedì mattina a sorpresa le propriedimissioni, dopo il trionfo del no alle proposte della ex troika al referendum di domenica. Il passo indietro, si legge sul suo sito web personale, punta a favorire un nuovo accordo tra il Paese e i creditori. “Subito dopo l’annuncio dei risultati del referendum”, spiega l’economista, “sono stato messo al corrente di una certa preferenza da alcuni partecipanti dell’Eurogruppo e ‘partner’ vari per una mia… ‘assenza’ dalle loro riunioni. Considero mio compito aiutare Alexis Tsipras a utilizzare, come gli ritiene opportuno, il capitale che il popolo greco gli ha concesso ieri attraverso il referendum”. Il premier nei giorni scorsi aveva detto che “entro 48 ore” dai risultati del voto puntava a firmare un’intesa con i creditori. I quali però domenica sera, davanti alla vittoria di quello che alcuni leader leggono come un no all’Europa, hanno ribadito che questo esito complica molto lo scenario. Il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel si è spinto a dire che “la Grecia ha rotto i pontiper il compromesso” e il presidente dell’Eurogruppo Jerom Dijsselbloem ha bollato il risultato come “molto deplorevole per il futuro della Grecia”.

domenica 5 luglio 2015

I CRIMINALI IN GIACCA E CRAVATTA!


Così, Di Battista su Facebook.

Una delle più grandi balle che si ascoltano oggi è quella secondo cui i cittadini greci stiano vivendo al di sopra delle loro possibilità. Con baby pensioni e con uno stato sociale che altri paesi non si possono permettere. Menzogne! Nessun paese (fuorché l'Italia renziana) ha portato avanti riforme folli e contro l'interesse generale come la Grecia. La Grecia è stata trasformata in un topo da laboratorio sul quale fare ogni tipo di esperimento. Macelleria sociale e il tutto non per riavviare l'economia (i tassi di disoccupazione attuali dimostrano il totale fallimento delle politiche di austerità) ma per salvare le banche private con i soldi nostri. Ed è avvenuto questo. Grecia in crisi, milioni di poveri. Richiesta di aiuto. Arrivano i soldi da parte dei paesi dell'UE (l'Italia ci ha messo 40 miliardi, il costo di quasi 3 redditi di cittadinanza del M5S). Ma questi soldi non vanno al popolo greco in difficoltà. Vanno alle banche private esposte con Atene. "Il popolo ha pagato il salvataggio delle banche" ha scritto pochi giorni fa Papa Francesco. Le stesse banche che si erano indebitate per via di operazioni speculative. Le stesse banche che finanziano le grandi guerre (e poi noi ci becchiamo i barconi), le stesse banche che sostengono economicamente i partiti politici. Criminali in giacca e cravatta che fanno sembrare i boss di mafia capitale come dei rubagalline di periferia!

Beppe Grillo: TgLa7 #TuttiAdAtene

Luigi Di Maio (M5S): TgLa7 TuttiAdAtene

Alessandro Di Battista: TgLa7 - #TuttiAdAtene

Come ti smonto tutti i luoghi comuni sulla Grecia


>>>Oggi Beppe Grillo e alcuni portavoce M5S si trovano ad Atene per manifestare solidarietà al popolo greco nel giorno del referendum che potrebbe cambiare le sorti dell'Europa. Aggiornamenti in tempo reale a partire dalle 16 sulle pagine Facebook di Beppe Grillo e del M5S<<<

Una rassegna delle balle (confutate) dei media sulla Grecia.

1) In Grecia si va in pensione troppo presto FALSO

Il grafico mostra in blu l'età pensionabile media a lungo termine (2060) prima delle riforme delle pensioni, e in rosso dopo le riforme.
La Grecia pre-austerità (indicata con la sigla EL) aveva un'età media delle pensioni fissata a 61,9 anni per i maschi, sostanzialmente in pari con il resto d'Europa. Dopo le riforme i greci andranno in pensione gradualmente più tardi degli italiani e di tutti gli altri europei, esclusi ciprioti, danesi e olandesi. 
Se ci sono alcuni settori marginali privilegiati con baby-pensioni questo vale per tutti i Paesi occidentali, e non certo per la sola Grecia.

2) In Grecia ci sono troppi dipendenti pubblici FALSO

Il Grafico mostra il rapporto tra dipendenti pubblici e occupati totali nell'economia in media tra 1999 e 2007.In Grecia i dipendenti pubblici rappresentano meno dell'8% della forza lavoro occupata. In Germania l'8%!! La Grecia è in media con l'eurozona (barra a sinistra di quella greca: EZ). Per non dire della Francia, che sfiora il 10%.
Non solo. Con l'austerità nessun Paese europeo ha diminuito il numero di dipendenti pubblici come la Grecia. Nel 2009 i dipendenti pubblici greci erano 907.351 unità. Nel 2014 erano 651.717. Vale a dire 255.634 in meno, che equivalgono al 25%! La Grecia post-austerità si trova quindi all'estrema destra del grafico sopra.

3) La spesa pubblica greca è troppo altaFALSO

Nel grafico si vede una media della spesa pubblica rispetto al Pil fra 1999 e 2007. L'Italia, in media con l'eurozona avanzata, è in rosso. La Grecia è sotto la media dell'eurozona avanzata ed è molto distante dal 50% della spesa pubblica rispetto al Pil. Il dato è peraltro sceso dal 47% del 2000 al 43% del 2006.

4) La Grecia non ha fatto le riforme strutturali FALSO
Come visto, i tagli al settore pubblico e al sistema pensionistico sono stati drammatici. Si aggiunga che durante l'austerità la contrattazione collettiva è stata eliminata (Tsipras vorrebbe ripristinarla). Ma non basta. La Grecia nel 2010 si trovava al 109° posto nella classifica dei Paesi dove è più conveniente aprire un'impresa e fare affari. Nella stessa classifica del 2015 la Grecia è al 61° posto, e ha scalato decine di posizioni avvicinandosi all'Italia e agli Paesi avanzati. Ammesso che flessibilizzare selvaggiamente il mercato del lavoro sia la soluzione (e per il M5S non lo è, perché bisognerebbe rifiutare la competizione globale al ribasso su salari e diritti e riprendersi la sovranità economia e una politica industriale) la Grecia in questo senso ha fatto più passi avanti di chiunque altro.

Questo è il grafico che mostra la posizione della Grecia (61°), ormai vicinissima all'Italia.

5) I greci lavorano poco FALSO

Non c'è nessuno, nel mondo occidentale, che lavora più dei greci durante la settimana. La Germania, come è ovvio, essendo un Paese più sviluppato e quindi meno dipendente dal lavoro umano, vede i suoi lavoratori impegnarsi in media per 35 ore a settimana, sette in meno del greco medio.

6) La Grecia è in crisi per il suo debito pubblico troppo elevato dovuto alla corruzione FALSO

Nel grafico la dinamica del debito pubblico e di quello privato in Grecia dal 1993 allo scoppio della crisi mondiale. Il debito pubblico greco rimane costante durante l'intero periodo (intorno al 115%), più basso di quello italiano. A esplodere è il debito privato a partire dal cambio fisso e poi dall'entrata nell'euro. Questo perché la Grecia diventa appetibile per i creditori esteri (banche soprattutto francesi e tedesche) in quanto i tassi di interesse con l'euro si abbassano e la Grecia non può più svalutare la sua moneta (dracma) per equilibrare la bilancia commerciale. Non bastando le esportazioni, deve quindi finanziare le importazioni con crediti allo Stato e ai privati provenienti dall'estero. Allo scoppiare della crisi americana nel 2008 si interrompe il flusso di crediti esteri all'improvviso, e la Grecia è costretta all'austerità per ripagare i suoi debiti. È una crisi da debito privato (favorita dall'euro) e non da debito pubblico. Se esplode anche il rapporto debito pubblico/Pil (dal 125% del 2010 al 180% di oggi) è perché l'austerità fa esplodere la disoccupazione (dal 7% al 25%) e fa calare le entrate fiscali dello Stato, insieme al Pil (-25%).

7) La Grecia merita l'austerità perché non restituisce i debiti che ha contrattoFALSO
Come detto, c'è un problema di indebitamento privato con le banche estere, soprattutto tedesche e francesi. Queste inondano di credito famiglie, imprese e banche greche dall'entrata nell'euro della Grecia al 2007, perché la Grecia non può più svalutare la moneta (e insieme ad essa i suoi debiti) e vede i suoi tassi di interesse diminuire a causa dell'euro (e quindi le risulta più conveniente chiedere prestiti all'estero). Con la crisi americana del 2008, che contagia l'Europa, le banche tedesche e francesi stoppano all'improvviso i finanziamenti ai greci e pretendono indietro i loro crediti. L'austerità e i "salvataggi" attraverso i fondi Salva-Stati servono a far rientrare queste banche dai loro crediti, non ad aiutare il popolo greco a rialzarsi. Ecco la dimostrazione:

I prestiti dei fondi Salva-Stati alla Grecia finiscono per il 90% alle banche tedesche e francesi, salvandole. In parallelo aumentano i debiti pubblici dei Paesi che hanno partecipato al finto "salvataggio" greco (l'Italia con 40 miliardi) e il debito pubblico greco (240 miliardi di "salvataggi"). Ma è un debito illegittimo, scaricato sulle spalle dei cittadini greci ed europei per salvare le banche private che grazie all'euro hanno potuto prestare senza alcuna attenzione ai fondamentali delle economie finanziate.
Ecco un'altra conferma:

Dal 2010 l'esposizione della banche francesi, tedesche e olandesi verso la Grecia crollano. Le banche sono state salvate. Ora la Grecia potrebbe anche uscire dall'euro, ma la Troika tema l'effetto emulazione degli altri Paesi massacrati dall'austerità.

8) La Grecia ha truccato i conti pubbliciVERO, ma...
...con l'aiuto di Goldman Sachs e la supervisione della UE, e attraverso governi amici della Troika (a guida Neo Demokratia e Pasok). Questo perché la Grecia dentro l'euro era utile all'Europa tedesca per abbassare il valore dell'euro rispetto al marco. Tutti gli analisti sapevano dei trucchi contabili greci/Goldman Sachs. 
Una cosa simile è stata fatta con l'Italia, che non rispettava il parametro del debito/Pil dettato da Maastricht (60%) ma è stata comunque accolta nell'euro perché fuori dall'euro, con la sua moneta sovrana e svalutabile, avrebbe fatto una tremenda concorrenza al mercantilismo tedesco.

Da notare che le stesse Germania e Francia hanno sforato il parametro del 3% deficit/Pil nei primi anni 2000, ma non sono state sanzionate.

Conclusione: i media sono asserviti ai poteri finanziari, non è una novità, ma adesso la situazione è diventata asfissiante.
OXI- OXI- OXI

Grecia, eletti M5S ad Atene. Fico e Di Battista: “Fossimo greci voteremm...

Grecia, Grillo atterra ad Atene e “dribbla” i cronisti col suo finto gre...

Governo Crocetta FINITO!

sabato 4 luglio 2015

Messaggio di Tsipras ai Greci

Il premier greco Tsipras ha scritto ai suoi cittadini attraverso un post su facebook. Ecco il contenuto dello scritto: 

Vi invito a dire no a ricette che vogliono distruggere l'Europa.
Vi invito a rispondere positivamente alla prospettiva di una soluzione duratura. Per aprire una pagina gloriosa della democrazia. E una speranza sicura per un accordo migliore. E' la responsabilità verso i nostri genitori, ai nostri figli, per noi stessi. E 'nostro dovere nei confronti della storia. grazie (tradotto da Google)

Richiesta arresto senatore, Di Maio: 'Ora basta, uniamoci nella battaglia per la legalità'


È stata notificata al Senato la richiesta di arresto per il presidente della commissione bilancio di Palazzo Madama, Antonio Azzollini. Il deputato del M5S Luigi Di Maio ha commentato la notizia su Facebook, riportiamo di seguito il suo post: 

"L'Ansa ha appena battuto la notizia. 

Emessa un'altra richiesta d'arresto per un senatore della maggioranza di Renzi. È il Senatore di Ncd Azzolini, Presidente della Commissione Bilancio. Il Senato voti subito l'autorizzazione all'arresto e lo consegni alla giustizia, altrimenti si rischia l'inquinamento delle prove, l'occultamento di documenti o addirittura la fuga (motivo per cui si chiede di solito l'arresto preventivo). Gli elettori onesti del Pd hanno tutta la mia comprensione per il momento drammatico che stanno vivendo. Votavano Pd pensando che fosse ancora il detentore della questione morale. Il vostro partito è passato da Berlinguer a Mafia Capitale. Ora basta. Uniamoci nella battaglia per la legalità in questo Paese. Siamo gli unici non coinvolti". 

Arresto Azzollini, Di Battista: "PD NON autorizzò l'utilizzo delle intercettazioni contro di lui"

Alessandro Di Battista, sempre in merito all'arresto del senatore di NCD, si chiede cosa abbia la legge anticorruzione di anticorruzione oltre al titolo. Sotto il suo post: 

"QUESTA E' LA REPUBBLICA ITALIANA! 

Quindi ricapitoliamo. Mezzo PD romano è diventato il braccio politico della mafia. Il presidente della commissione cultura della Camera dei Deputati Galan (FI) è ai domiciliari. Il sottosegretario all'agricoltura Castiglione (NCD) è sotto indagine per lo scandalo del centro richiedenti asilo di Mineo (gli immigrati sono diventati la nuova forma di finanziamento pubblico ai partiti). E oggi la procura ha chiesto l'arresto per il presidente della commissione bilancio del Senato, senatore Azzollini (NCD) già coinvolto nello scandalo del porto di Molfetta salvato pochi mesi fa dal PD che non autorizzò l'utilizzo delle intercettazioni contro di lui. Ora la domanda è questa. Secondo voi se questi partiti (PD e NCD) hanno votato la legge anticorruzione questa legge cosa avrà realmente di anticorruzione oltre al titolo?"

Dalla Russia Tsipras gela l'Europa: 'Non è centro del mondo'. E Putin promette aiuti

Il governo Tsipras è pronto al "Grexit" in caso dovessero fallire i negoziati con la Troika, e Putin si dice disposto a venire incontro ad Atene con degli aiuti finanziari. Dopo aver siglato un'intesa sulla costruzione di un gasdotto, Russia e Grecia "potrebbero andare oltre", come spiega Chiara Sarra su Il Giornale: 

"Mosca sarebbe infatti pronta a considerare la possibilità di fornire assistenza finanziaria ad Atene.

"Noi sosterremo qualunque decisione sarà proposta dalla Grecia e dai partner europei", ha detto il vice premier russo Arkadi Dvorkovich alla Tv Russia Today, "Se la Grecia ha bisogno di assistenza finanziaria noi esamineremo la questione". Poi però il Cremlino ha frenato, sostenendo che prima bisogna valutare le richieste di Atene: "Dobbiamo ascoltare qualche tipo di proposta, una qualche iniziativa dai nostri partner greci", ha detto Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, "Lasciateci prima fare i colloqui, poi vi informeremo". 

Tsipras guarda a Est: "L'Europa non è il centro del mondo"

Alexis Tsipras, nel corso del suo intervento al Forum di San Pietroburgo, ha detto che l'Europa non è più il centro economico del mondo, un'affermazione che dovrebbe far riflettere l'UE.Leggiamo sul Fatto Quotidiano: 

"L'Europa non si deve considerare come l'ombelico del mondo, deve capire che il centro dello sviluppo economico mondiale si sta spostando verso altre aree". Alexis Tsipras, parlando dal Forum economico di San Pietroburgo fianco a fianco con lo "zar" Vladimir Putin, nelle ore drammatiche successive al fallimento dell'Eurogruppo di giovedì, fa capire ai partner europei di avere un'alternativa. In caso di mancato accordo con Commissione Ue, Fondo monetario internazionale e Bce, è il messaggio per nulla velato, Atene potrà bussare alle porte del Cremlino. "Siamo nel bel mezzo della tempesta, ma siamo un popolo capace di gestire il mare e la tempesta non ci spaventa, né la possibilità di scoprire nuovi oceani e raggiungere porti più sicuri", ha spiegato il premier, definendo la Grecia "un'amica storica della Russia". Con cui proprio venerdì è stato siglato l'atteso memorandum per la costruzione del gasdotto Turkish Stream, che prevede l'anticipo di 2 miliardi da Mosca alla Grecia. E in occasione della firma il vicepremier russo Arkadi Dvorkovich non ha mancato di far balenare la possibilità di "assistenza finanziaria" se la Grecia "ne avrà bisogno".

ATENE TSIPRAS TRA LA FOLLA BACI E ABBRACCI CON I SOSTENITORI - REFERENDU...

venerdì 3 luglio 2015

Di Battista "Se dovesse andare il M5s al Governo da solo devono scappar...

Mario Michele Giarrusso (M5S): Omnibus - #TuttiAdAtene

Manlio Di Stefano (M5S): Coffee break - #TuttiAdAtene

Grande vittoria dei contadini di El Salvador!Cacciano la Monsanto rifiutando gli Ogm,e utilizzano i loro semi

Finalmente è arrivata la prima opposizione contro il colosso degli Ogm che controlla l’agricoltiura planetaria.La Monsanto cacciata ad El salvador.

Fonte principale di riferimento :http://www.truth-out.org/

A El Salvador si rendono anche conto dell’importanza del NON-GM alimentare e del patrimonio delle semenze. Infatti producono molto di più con i raccolti naturali da record e hanno gestito la sconfitta del gigante Monsanto impedendo alla società di OGM la fornitura a El Salvador di semenze trattate con i suoi veleni biotech.

 Le colture biotech della Monsanto sono stati collegati con malattie renali, insufficienza epatica, problemi riproduttivi, e altro ancora. Più di recente, il composto chimico biotech chiamato glifosato , è il principale ingrediente chimico dell’erbicida della Monsanto Round Up, è ‘probabilmentecancerogeno.’

La resistenza dei contadini di El Salvador è un’ottima notizia considerando il monopolio della Monsanto tra le aziende biotech che ha nella gran parte del resto del mondo.Monsanto negherà di influenzare il governo, compresi i giudici federali negli Stati Uniti – ma in realtà- riesce a farlo bene, anche se non hanno riescono ad avere il controllo ovunque. Mentre in  El Salvador gli agricoltori stanno lavorando con il ministro dell’Agricoltura per ridurre la dipendenza degli agricoltori locali dai semi biotech.

Massacrato di botte perché gay a Polignano il 29 giugno 2015

La nuova corsa agli armamenti nucleari minaccia l' Europa


da l'Antidiplomatico

"La Nato si appresta a rivalutare la propria strategia nucleare alla luce delledichiarazioni russe sulla sua abilità nucleare. Fonti dell'Alleanza Atlantica hanno riferito al Guardian.
La questione, discussa a margine di una due giorni di riunione ministeriale Nato che ha avuto inizio a Bruxelles mercoledì, riguarda, in particolare, come integrare le armi nucleari nelle esercitazioni NATO e come rispondere alle minacce verbali della Russia.

La scorsa settimana Putin ha annunciato che la Russia aggiungerà 40 nuovi missili balistici al suo arsenale nucleare, una prima risposta al tentativo degli Usa di allargare la propria presenza militare in Polonia e nei paesi baltici.

Europa, un potenziale bersaglio

"Gli Stati Uniti stanno cercando il modo per giustificare l'abbandono del Trattao INF, Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, e installare le loro testate nucleari in Europa, vicino al confine con la Russia", ha detto a ' Vzgliad' Konstantin Sivkov, Vice Presidente dell'Accademia di Problemi geopolitici. 
Se gli Stati Uniti abbandonano il Trattato INF, la Russia dispiegherà 600 lanciatori di missili da crociera con una gittata di 5.000 chilometri. L'eventuale dispiegamento dell'arsenale nucleare americano in Europa mira a distogliere l'attenzione dal territorio statunitense etrasformerebbe i paesi europei in un potenziale bersaglio.
"I leader europei devono capire una cosa semplice. Se avverrà l'installazione di armi nucleari statunitensi in Europa, il territorio europeo diventerebbe automaticamente teatro di una guerra nucleare. E' una trappola per l'Europa ", ha aggiunto l'esperto.
Secondo lui, "l'aumento dele esercitazioni nucleari in Europa significa che Washington si sta preparando per la guerra nucleare in Europa."

Notizia Bomba Matteo renzi non ha più i Numeri al Senato, 25 Senatori lo Mollano!!



FONTE

Matteo Renzi non ha più la maggioranza al Senato. È quanto emerge da un documento, firmato da25 senatori democratici, che si mettono di traverso sulle riforme costituzionali. Quello che non digeriscono - da tempo - è il nuovo Senato: il folto gruppo di democrat rilancia il Senato elettivo. Vogliono, insomma, che i cittadini possano continuare a dire la loro. Vogliono stravolgere la riforma di Renzi, che prevede un Senato eletto direttamente dai Consigli regionali. Nel mirino non solo l'elettività, ma anche le competenze: i 25 vogliono un aumento dei poteri legislativi. Il papello è stato consegnato a Renzi da Vannino Chiti e Miguel GotorBrunetta gode - Subito dopo la notizia, ha preso a cannoneggiare Renato Brunetta: "Riforme di Renzi nel caos. Dopo il documento dei 25 della minoranza Pd del Senato, e con il nostro voto contrario, Renzi non ha i per approvare la riforma costituzionale del bicameralismo paritario". Così il capogruppo di Forza Italia alla Camera parlando con i giornalisti a Montecitorio. Brunetta ha poi rincarato: "Non ha i voti a meno che non cambi. Cambi sulla base delle nostre indicazioni: vale a dire elettività dei senatori ed altro. Se ne può parlare. Ma bisogna cambiare anche l'Italicum - ricorda -, con il premio di maggioranza alla coalizione, fin dal primo turno, e non alla lista". La riforma elettorale, per inciso, nel caso in cui il Senato restasse elettivo, dovrebbe essere cambiata ben più in profondità, poiché ideata soltanto per la Camera.Minoranza Pd - Sul documento dei 25, il piddino Roberto Speranza spiega: "Va nella direzione giusta. L'Italicum determinerà purtroppo una camera dominata dal partito vincente e composta prevalentemente da parlamentari nominati. Dinanzi a tale sistema elettorale è necessario un Senato delle autonomie che abbia anche selezionati ma autorevoli poteri di garanzia e di controllo pienamente investito dalla diretta volontà popolare". Così il deputato Pd, che aggiunte: "Il Paese non deve perdere la straordinaria opportunità di completare il percorso di riforme avviato. Il superamento del bicameralismo perfetto è un obiettivo condiviso da realizzare al più presto ma senza creare squilibri istituzionali. Auspico che il documento dei 25 possa creare nuove e positive condizioni di dialogo tra le forze politiche e dentro il Pd".L'iter - Ma più che occasione di dialogo, il documento dei 25 potrebbe essere la bomba in grado di far saltare la maggioranza del premier. Per Renzi, dalle regionali in poi, questo è il momento più duro della legislatura: l'incidente in grado di disarcionarlo potrebbe essere dietro l'angolo (e, come detto, se i 25 Pd non votassero la riforma andrebbe pesantemente sotto al voto a Palazzo Madama). L'iter delle riforme costituzionali in Senato, ufficialmente, parte martedì 7 luglio (si tratta della terza lettura del ddl). La presidente della Commissione Affari costituzionali, Anna Finocchiaro, terrà la relazione illustrativa del testo licenziato dalla Camera il 1' marzo; si riunirà quindi un ufficio di presidenza che deciderà chi sarà il relatore o i relatori (in prima lettura furono Finocchiaro e Roberto Calderoli) e il calendari dell'esame del ddl.

Grecia, da oggi luce gratis e sussidi per affitti e pasti agli indigenti

Parte il piano umanitario voluto dal premier Alexis Tsipras a marzo, nonostante le proteste dell'ex troika: costerà 200 milioni ma garantirà corrente elettrica, un tetto e cibo a chi non può permetterselo

ATENE - Le trattative a Bruxelles per salvare la Grecia sono al palo. Per 301.101 famiglie elleniche in forti difficoltà economiche, però oggi è un giorno - per quanto possibile - di festa. Il ministero del Lavoro ha pubblicato infatti in mattinata l'elenco delle persone che beneficeranno dei primi interventi umanitari approvati dal governo di Alexis Tsipras. A 89.300 appartamenti che ospitano 212.216 persone indigenti sarà riattaccata gratuitamente l'energia elettrica, staccata in passato per le bollette scadute, con la fornitura garantita di 300 kilowattora l'anno. L'esecutivo ha anche accolto 66.422 richieste per sussidi per la casa: quasi 90mila greci riceveranno un supporto finanziario compreso tra i 70 e i 220 euro al mese per riuscire a pagare l'affitto, a seconda del reddito e dello stato di famiglia. A quasi 349mila persone invece saranno garantiti buoni pasto emessi dalla National Bank validi fino a 200 euro al mese per l'acquisto di beni di prima necessità nei supermercati.

Gli interventi di emergenza per risolvere la crisi umanitaria sono uno dei capisaldi del "programma di Salonicco", il decalogo economico del governo di Syriza e sono una delle primissime leggi passate attraverso il Parlamento all'inizio di marzo malgrado al momento dell'approvazione la Troika abbia cercato di stopparle perché non concordate con i creditori. Il loro costo è vicino ai 200 milioni. Una goccia nell'oceano dei problemi della Grecia, un ottavo dei soldi che vanno restituiti al Fondo Monetario internazionale a fine giugno ma una boccata d'ossigeno importante per chi li riceverà. I guai dei greci più poveri del resto sono stati al centro ieri di un durissimo scambio di battute tra Tsipras e Donald Tusk ai margini dell'Eurogruppo. "Per Atene ora è game over", avrebbe detto il presidente polacco del Consiglio d'Europa. "Una storia come la nostra non è un gioco - avrebbe risposto secondo la stampa nazionale il premier -. Stiamo parlando di 1,5 milioni di persone senza lavoro, tre milioni di poveri e migliaia di famiglie senza reddito che campano solo con la pensione del nonno".

Giovedì scorso, mentre i fari della cronaca erano concentrati a Bruxelles, il Parlamento greco ha approvato a maggioranza ma senza i voti del partner di governo di ultradestra Anel la legge che dà la cittadinanza ai figli di migranti di seconda generazione. Il via liberà in aula è stato ottenuto grazie al sostegno dei socialisti del Pasok e di To Potami che hanno sommato i loro consensi a quelli (149 su 300) di Syriza.

Il debito greco dalle banche agli Stati


immagine da infodata

intervento di M5S Parlamento

Questa è l'immagine dell'ipocrisia criminale della Troika.
Al dicembre 2009 le banche private europee, soprattutto francesi e tedesche, avevano accumulato centinaia di miliardi di euro di crediti con la Grecia e altri Paesi periferici (parte superiore del grafico). La crisi americana che contagiò l'Europa, però, rendeva difficile recuperarli tutti al loro valore iniziale. La crisi economica era scoppiata da un anno, ma sembrava gestibile attraverso l'azione espansiva degli Stati. Fu in questo scenario che la Troika decise di imporre ai Paesi più deboli spaventosi programmi di austerità fiscale per costringerli a ripagare i loro debiti con le banche private al valore originario.
Quello che la Troika non voleva, infatti, era una ripresa economica che avrebbe fatto salire l'inflazione svalutando i crediti dei banchieri francesi e tedeschi. Serviva una depressione in grande stile e un'inflazione zero, o addirittura la deflazione. Un punto fondamentale del programma era rappresentato dai piani di "salvataggio" attraverso i fondi Salva-Stati: Efsf e Mes.

L’Europa rispetterà la volontà del popolo greco?

Il grafico sopra mostra a cosa sono serviti. Mentre ripresa economica e inflazione venivano soffocate nella culla dall'austerità, centinaia di miliardi di euro furono prestati alla Grecia con la scusa del salvataggio di un popolo massacrato dai tagli. Da una parte la Troika imponeva disoccupazione e sacrifici, dall'altra prestava denaro per risollevarsi. Ma non era questo l'obiettivo reale. Il "salvataggio" non fu del popolo greco, ma delle banche tedesche e francesi ansiose di recuperare i loro enormi crediti. I "salvataggi" che oggi vengono addebitati al Governo Tsipras furono un'immensa partita di giro a favore della banche private esposte. Al popolo greco rimasero le briciole, insieme ai programmi di austerità.
Ma non finisce qui. I soldi garantiti dai fondi "Salva-Stati" non furono creati dal nulla, bensì versati a fondo perduto dai bilanci pubblici degli Stati europei.L'Italia di Monti contribuì con 40 miliardi a questo scandaloso salvataggio travestito delle banche private. Se i profitti furono privatizzati, le perdite vennero socializzate, trasferendosi sui debiti pubblici nazionali (parte inferiore del grafico).
La Troika che oggi impedisce alla Grecia di risollevarsi è un'istituzione criminale, che teme l'effetto domino di una ripresa ellenica. Questa Europa a trazione finanziaria non cambierà. Bisogna ripudiarla e costruirne un'altra fondata sugli amichevoli rapporti tra Stati nazionali sovrani. Prima che ci pensino i neonazisti.
Il potere al popolo, non alle banche."

giovedì 2 luglio 2015

Renato Zero, da sorcino a Grillino


Non passa giorno senza che un uomo dello spettacolo non si professi pro-Grillo.
L'ultimo della lista è Renato Zero
Meglio grillini che sorcini. L’ultimo arrivato al desco del guro a cinque stelle èRenato Zero. Si è appena seduto a tavola, accanto ai colleghi già convertiti Mina, AdrianoCelentano, Eros Ramazzotti,  e pure fragorosamente: «Grillo? Un vento favorevole, qualcuno che, scherzando  e ridendo, ci ha dimostrato che certi ruderi è bene che vadano a casa, serve il cambiamento. Il cambiamento lo auspicano tutti, ma non bisogna accettare le promesse del politico che fa entrare la nipotina al ministero. Molti di questi signori si sono comprati l’Italia», ha detto il cantautore durante la presentazione del suo nuovo album «Amo, capitolo I».

Un coming out appassionato, ma i suoi fans sorcini ora tremano: Zero li vorrà ribattezzare? Sul fronte Rai c’è da segnalarela conversione grillina di TeresaDe Santis, vicedirettore di Televideo, ex giornalista del Manifesto ma, soprattutto, per otto anni capo della pianificazione economica come vicedirettore di Raiuno quando nella rete ammiraglia regnava Fabrizio Del Noce. Una bella capriola politica, che lei ha spiegato così: «Grillo ha capito che  la rete trasforma la televisione e il lavoro dei giornalisti. E poi nel gruppo grillino Rai dei “Giornalisti in movimento”  ho trovato una lucidità di idee e una capacità di ascolto che nessun sindacato mi ha dimostrato prima».

Luigi Di Maio: Campania senza governo. Pd Vergogna

Il PD paga con soldi pubblici 300 giovani troll disinformatori. ecco la ...

LA LEGGE E’ UGUALE PER (QUASI) TUTTI: CON DE LUCA LA LEGGE SEVERINO E’ STATA INTERPRETATA, CON BERLUSCONI APPLICATA.


“La decisione del Tribunale di Napoli ci fa venire un dubbio ben più che amletico. O la legge Severino non è uguale per tutti, e questo sarebbe l’ennesima dimostrazione di un atteggiamento vessatorio di una certa magistratura nei confronti del nostro leader, oppure il presidente Berlusconi deve essere riabilitato pienamente e può tornare in Senato a svolgere la sua attività parlamentare. Comunque, l’unica cosa certa in tutta questa vicenda è che ciò che è stato fatto, e si continua a fare, al leader di Forza Italia non è ammissibile in uno Stato di diritto e in un Paese civile”. Lo dichiara la senatrice di Forza Italia, Maria Rizzotti.

Ma non è l’unico commento di questo tono e contenuto.

“La Legge Severino si applica solo a Berlusconi? Dopo la sentenza De Luca il dubbio è legittimo”. Lo scrive su Twitter Renata Polverini, deputata di Forza Italia.

E ancora.

“La riabilitazione di De Luca da parte della giustizia italiana è arrivata in un battibaleno, mentre per Silvio Berlusconi il calvario giudiziario è stato infinito”. Lo afferma in una nota Daniela Santanché di Forza Italia.

“Finalmente ora gli italiani hanno capito che la legge Severino riguarda solamente e specificatamente Silvio Berlusconi”. Lo scrive su Twitter il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli.

E in ultimo: “La sentenza con cui il tar della Campania ha reintegrato il governatore Vincenzo De a Luca è una nuova conferma, dopo la vicenda analoga del sindaco De Magistris, che l’unica e vera finalità della legge Severino era espellere il presidente Berlusconi dall’assemblea del Senato e impedirne la possibile ricandidatura”. Lo dichiara in unan nota Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera.

“Una legge ‘contra personam’ visto che dopo il caso Berlusconi – osserva – non è stata più applicata o, laddove applicata, i suoi effetti sono stati cancellati con sentenze del Tar. Né vale la distinzione fra le funzioni amministrative tipiche del sindaco e del presidente di Regione rispetto alla funzione politica di rappresentanza del senatore Berlusconi. L’espulsione di Berlusconi, per la natura del mandato parlamentare, ferisce non solo una comunità o una Regione ma l’intera nazione visto che ogni parlamentare è rappresentante della nazione”.

“Ora è chiaro perché il governo non ritiene utile una revisione della legge Severino. Per la semplice ragione – conclude Gelmini – che essa viene interpretata per gli amici e applicata ai nemici. Con buona pace dello stato di diritto, ferito mortalmente con l’espulsione di Berlusconi dal Senato e messo in quarantena con le sentenze favorevoli per De Luca e De Magistris”.

VITTORIA M5S: Niente bonus per i cattivi manager delle partecipate

Euro, se l'Italia tornasse alla Lira: gli effetti sui conti correnti e i mutui

Con il referendum del 5 luglio prossimo, i cittadini greci saranno chiamati a dire chiaramente al proprio governo se accettare le condizioni imposte dai creditori internazionali o rompere la trattativa e di fatto andare per la propria strada, con la conseguente reintroduzione della Dracma come moneta corrente al posto dell'Euro. Il Grexit è uno scenario ormai sempre meno remoto e diversi analisti si dicono certi che il prossimo paese al quale potrà toccare il destino che oggi vive la Grecia potrà essere proprio l'Italia. Gli effetti immediati - Il primo fenomeno, scrive affaritaliani.it che si verificherebbe se l'Italia dovesse adottare nuovamente la Lira sarebbe una svalutazione di circa il 30% della moneta, con il relativo aumento del costo delle materie prime di importazione come petrolio e gas, mentre crollerebbero i valori degli immobili e dei terreni. Banche - L'uscita dall'euro porterebbe l'inflazione a salire, non sarebbe possibile compensare un eventuale aumento dei rendimenti della liquidità depositata in banca. Ponendo infatti l'ipotesi che l'inflazione arriverebbe ad almeno il 5% all'anno, i rendimenti in banca dei conti correnti potrebbero anche salire per esmepio al 2,5%, ma ci sarebbero comunque perdite per decine di miliardi di euro. Piazza Affari perderebbe circa il 20% del suo valore totale, con un impatto sulla ricchezza degli investimenti in azioni e obbligazioni di circa 100 miliardi per le famiglie italiane. Stessa sorte per i titoli di Stato a tre e dieci anni, con una perdita totale dei Btp che oscillerà tra i 20 e i 40 miliardi. Mutui - Gli economisti più critici nei confronti dell'uscita italiana dall'euro mettono in guardia sui rischi per chi ha acceso un mutuo. Scrive affaritaliani che però va ricordato il passaggio inverso, quando l'Italia è passata dalla Lira all'Euro. In quella situazione i mutui sono stati convertiti con il cambio stabilito in quel momento. Nel nuovo caso ipotetico il cambio sarebbe di 1 a 1 e dopo interverrebbe la svalutazione, sulla quale verrebbero ricalcolate le rate restanti da pagare.

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ASSEMINI M5S = ZERO TASI


"Ciao a tutti.
Sono Mario Puddu, Sindaco M5S di Assemini, Comune della Sardegna amministrato dal Movimento 5 Stelle. Brevemente per dire, ai cittadini asseminesi in particolare, ma anche a tutti gli attivisti del Movimento, che anche nel 2015 ad Assemini NON si pagherà la TASI. TASI sta per Tassa sui Servizi Indivisibili, l’imposta comunale istituita dalla legge di stabilità 2014. Essa riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività, come ad esempio la manutenzione stradale, l’illuminazione comunale e altre. 
E' sempre più dura, con un governo centrale che continua a scaricare sui comuni e sugli enti locali l’onere di metterci la faccia e di infilare le mani nelle tasche dei cittadini. 
Dal 2014 da parte dello Stato abbiamo meno introiti per circa 450 mila euro.
E già dal 2014, rispetto all'anno precedente, le entrate si erano ridotte di oltre il milione di euro.
È stata dura raggiungere questo risultato anche nel 2015 e determinante è stata la volontà della nostra amministrazione, di tutti gli assessori in primis e degli uffici, in particolare quelli di bilancio, programmazione e tributi che strenuamente hanno lavorato e stanno lavorando per far quadrare i conti e permetterci di essere in linea con il patto di stabilità. 
Grazie per l’attenzione e un caro saluto a tutti." Mario Puddu, Sindaco M5S di Assemini