mercoledì 4 febbraio 2015

Forza Italia in crisi totale: si dimettono i vertici e i capigruppo. Berlusconi dice no

Si allarga la frattura in Forza Italia, i fittiani rompono: "Non riconosciuta la valenza politica dell'ufficio di presidenza"


15.20 - La rottura di Forza Italia non sembra consumarsi solo dentro al partito ma persino fuori, in quello che per mesi è stato il pomo della discordia della sinistra e, in generale, della politica italiana: il patto del Nazareno.

A mettere il punto, o almeno così pare, è Giovanni Toti, che così ha dichiarato alla stampa:

"Il patto del Nazareno così come lo avevamo interpretato fino ad oggi noi lo riteniamo rotto [...] Il cammino delle riforme il governo ha già detto con grande chiarezza che proseguirà noi non ci sentiamo legati a condividere un percorso nel suo totale perché quel totale prevedeva un presupposto fondamentale che era: sulle istituzioni si sceglie insieme e dunque anche sul capo dello Stato."


Una posizione che sembrerebbe definitiva, al netto di ripensamenti e nuove giravolte dei politici di centrodestra della compagine berlusconiana.

Aggiornamento 14.05 - Silvio Berlusconi, secondo fonti presenti alla riunione del comitato di presidenza di Forza Italia, avrebbe respinto le dimissioni offerte in blocco dai massimi dirigenti del partito e durante la riunione ha confermato loro, viene ancora spiegato, la sua piena fiducia.

Forza Italia in crisi totale: si dimettono i vertici e i capigruppo

E' crisi totale in Forza Italia: dopo la debacle politica nell'elezione del Capo dello Stato sembra oramai insanabile la frattura all'interno del partito di centrodestra, più orientato ad una lotta intestina che non a riprendere in mano un'eredità politica ad oggi appannaggio di Matteo Salvini (il vero capolavoro politico recente non è quello di Renzi con Mattarella ma quello di Salvini con la Lega, presa in mano nel bel mezzo di una bufera giudiziaria che avrebbe distrutto chiunque).

Questa mattina si è tenuto l'ufficio di presidenza di Forza Italia, convocato da Berlusconi a Palazzo Grazioli, al termine del quale è arrivata la notizia delle dimissioni da capogruppo alla Camera di Renato Brunetta, uno dei più contestati "vicini" al leader milanese.

Renato Brunetta non avrebbe però solo dato il benservito da capogruppo: avrebbe anche chiesto la possibilità di votare di nuovo a scrutinio segreto le cariche di capogruppo alla Camera e al Senato, una vera e propria "svolta democratica" che rischia di trascinare un impreparato partito personale nella democrazia partecipata, più moderna diciamo.

Tutti i vertici del partito hanno rassegnato le dimissioni nelle mani del Presidente Silvio berlusconi.



E Raffaele Fitto coglie la palla al balzo: già noto malpancista, critico come quasi nessuno nella storia con Silvio Berlusconi, il politico pugliese ha dichiarato:

"Dopo gli errori clamorosi degli ultimi tempi c'è la necessità di un azzeramento totale degli organi del partito [...] Noi restiamo in Forza Italia ma apriamo con forza un confronto nel partito sulla linea politica e sul suo assetto. Non si può più derogare, ce lo chiedono milioni di elettori che ci abbandonano purtroppo ogni giorno come dimostrano i sondaggi. [...] Dobbiamo sostituire l'attuale gruppo dirigente con un gruppo dirigente eletto dai nostri elettori, troviamo il modo. I ruoli, compreso il mio, si devono assumere non perchè si viene nominati ma perchè si viene eletti. [...]
Ieri ho avuto un lungo e franco colloquio con Berlusconi. Le posizioni non sempre collimano. Berlusconi ha bisogno di dire fuori quello che pensa e noi abbiamo bisogno di chiarezza: il logoramento di Berlusconi e di FI sta avvenendo ad opera di altri e quindi se non sarà possibile avviare questo confronto serio nel partito, all'interno, lo faremo partendo dai territori e inizieremo a girare il Paese".

ha detto lo stesso europarlamentare Fitto in una conferenza stampa di poco fa alla Camera dei Deputati. Parole che certamente aggiungeranno altra carne al fuoco nel pomeriggio di oggi.

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