mercoledì 24 giugno 2015

INIZIATO IL CONTO ALLA ROVESCIA: -6 AL GREXIT E ALLO TSUNAMI CHE IMMEDIATAMENTE SOMMERGERA’ LA UE E SBRICIOLERA’ L’EURO.


Si complica la situazione in Grecia. Secondo fonti vicine alle trattative riportate dall’agenzia Bloomberg, i creditori internazionali non hanno accetto l’ultima versione del pacchetto di riforme preparato ad Atene. Il ministro delle Finanze greco, Varoufakis, si era detto ottimista sull’esito positivo solo poche ore fa. “Stiamo entrando nella stretta finale dei negoziati, che speriamo saranno gli ultimi”. Immediata la reazione delle borse, che hanno accentuato le perdite. Piazza Affari perde oltre l’1,3%.

Alla base delle divergenze le modifiche al sistema pensionistico greco, da tutti considerato insostenibile nella forma attuale, e gli aumenti dell’Iva. Tsipras appare sempre piu’ in difficolta’ anche sul fronte interno, con larga parte del proprio partito di estrema sinistra pronto a boicottare eventuali accordi con i creditori contrari all’ambizioso, ma poco realistico, programma elettorale.


E il premier greco ribalta le responsabilita’ sui partner europei. A suo pare c’e’ qualcuno che rema contro l’accordo. Un riferimento, probabilmente al Fmi che, fino a questo momento si e’ mostrato il piu’ rigido al tavolo del negoziato. “Il rifiuto delle misure compensative non ha precedenti. Ne’ in Irlanda ne’ in Portogallo, in nessun posto”, ha detto Tsipras, che ha esplicitato i suoi dubbi anche via Twitter. “Questo atteggiamento puo’ solo significare due cose: o non vogliono l’accordo o sono al servizio di interessi specifici in Grecia”.

Il Fondo Monetario deve fronteggiare una situazione esplosiva la suo interno, viste le pressioni che arrivano da diverse parti (soprattutto i Paesi di nuova industrializzazione come Brasile o Sud Africa) che non vogliono farsi coinvolgere in una partita squisitamente europea. Non a caso Christine Lagarde ha gia’ fatto sapere che l’Fmi non partecipera’ al prossimo programma di salvataggio della Grecia della cui necessita’ sembrano tutti convinti.

Fonti europee fanno eco: “Le posizioni prima dell’incontro con Tsipras sono ancora lontane su molti punti. Ieri non ci sono stati molto progressi”, ha detto un funzionario vicino alle trattative sottolineando che la ristrutturazione del debito, richiesta chiave della Grecia in cambio di riforme, non e’ sul tavolo al momento perche’ non rientra nell’attuale accordo di salvataggio. “Non ci siamo ancora, resta molto lavoro da fare”, precisa il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, mentre si diffonde la notizia che i creditori hanno presentato ad Atene una nuova controproposta per colmare le distanze, che pero’ e’ stata a sua volta respinta dai tecnici greci.

Inoltre Tsipras deve fronteggiare la fronda interna rappresentata dall’ala piu’ radicale di Syriza che considera il premier troppo compiacente con le richieste dei creditori. “Il piano presentato da Tsipras e’ solo una diversa declinazione dell’austerita’ smentendo gli impegni elettorali – dicono molti esponenti di questa parte di Syruza, che pesa per un 40% all’interno del partito. – Il peso dell’aggiustamento ricadra’ per intero sul settore privato. Il 75% della spesa pubblica ad Atene e’ destinata a pensioni e stipendi. Il piano inviato a Bruxelles non li tocca se non marginalmente mettendo degli ostacoli ai prepensionamenti. Proprio per non usare il piccone e’ previsto un aumento dei contributi previdenziali di 800 milioni. Vuol dire che il paradigma dell’austerita’ resta confermato attraverso un incremento delle tasse su lavoro, imprese e persone fisiche”.

L’obiettivo dell’avanzo primario dovrebbe essere ottenuto attraverso un contributo di solidarieta’ a carico dei redditi oltre 30 mila euro e con un prelievo straordinario sulle imprese che guadagnano piu’ di 500 mila euro. Il sistema industriale greco (piccolo e povero) sara’ fortemente penalizzato perche’ dovra’ fronteggiare l’aumento di imposte e contributi. In queste condizioni non si capisce come fara’ il Pil della Grecia a svilupparsi. L’unica cosa che crescera’, infatti sara’ la disoccupazione e il lavoro nero. Quindi, c’è una sola via davanti alla Grecia: il Grexit, che produrrà due conseguenze, la fine dell’euro e lo sconquasso della Ue.


Fonte: ilnord.it

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