sabato 27 giugno 2015

Riforma Scuola:”Denunciata dal mio ex partito, grazie Pd”. Insegnante si sfoga su Facebook

RIFORMA SCUOLA – Dopo l’emozionante video di un’insegnante esasperata da un paese che non sa valorizzare le sue competenze, ma continua invece a vessarla con esami e concorsi che sembrano non finire mai, oggi su Facebook abbiamo scovato un bellissimo ritratto di quanto successo ieri in Senato, con l’ok alla questione di fiducia posta dal governo Renzi sul ddl scuola.

Il post è scritto da “un’insegnante di sostegno precaria della Repubblica italiana” e ve lo riproponiamo integralmente. E’ da leggere tutto, da rifletterci sopra, da chiederci dove stiamo mandando a sbattere l’Italia, se trattiamo così le persone che svolgono forse la funzione più importante in una società, quella di educare e formare i lavoratori, i professionisti, gli esseri umani del domani.

Le immagini della protesta degli insegnanti sulle tribune del Senato

“Oggi si è votato al senato il maxi-emendamento sulla scuola. Raggiungo i miei colleghi. Ci abbracciamo, ci salutiamo, facciamo qualche battuta. Salutiamo quelli che entrano in senato e siamo pronti per unirci al corteo. Ma non riuscivo ad allontanarmi, come una mamma in attesa che la propria figlia partorisca.

Esce qualche senatore per chiederci chi vuole entrare: vorremo entrare tutti. Sentivo che in quel palazzo si giocava la mia vita. Entro. In silenzio prendiamo posto,sono in prima fila insieme alle mie amiche Mascia eMargot. Il presidente Grasso ci annuncia.

E’ tutto di velluto rosso e legno, tra me e me penso: sembra un teatro. Guardo giù, mi sembra che la sen. Puglisi ci saluti, rispondo istintivamente … ma no, non è un saluto … mi sta dicendo di smammare! Possibile? mi guardo intorno, qualcun altro fa lo stesso gesto. Rimango impassibile, se do loro fastidio è il posto giusto.

Aspetto. Cerco di capire. Vicino a me c’è un poliziotto, giovane, un ragazzo, moro, elegante, 5, forse 6 commessi. Si inizia a votare. Una lunga sequenza di Sì. Chiamano Napolitano, risponde:sì. Ma come un partigiano? Guardo spaesata verso SEL, sotto di me M5S e Lega. Ad uno ad uno alla seconda chiamata dicono NO. Ma non basta, non è sufficiente. Alla fine ci alziamo, iniziamo a gridare: VERGOGNA! Veniamo strattonati e allontanati. Fuori dall’aula mi sento male, quel poliziotto mi abbraccia, un ragazzo, mi tiene stretta e mi sussurra; maestra, questi non sanno cosa significa soffrire. Esco.

Se qualcuno in quel momento mi avesse detto:occupiamo il senato! sarei rimasta, anzi forse l’ho detto: io da qui non mi muovo! Ero seduta sui gradini, tremavo, si riavvicina quel ragazzo, mi prende la mano, e poi Mascia: Patrizia, andiamo. Li seguo.

Non ho più voce, solo tante lacrime, penso alla mia vita, penso al senso della vita di mio figlio, mi sento ancora una volta di aver fallito, di non aver saputo far rispettare i suoi diritti, e di non avere i mezzi economici per sostenere la mia famiglia, gli studi, le terapie, il mutuo. La mia intelligenza, le mie lauree, i corsi di formazione, i master, la voglia di mettere a frutto la mia esperienza, l’impegno civico, i sogni, le speranze … niente … tutto alle ortiche.

E poi arriva la beffa: denunciata dal mio ex partito! grazie, grazie PD.

Un’insegnante di sostegno precaria della Repubblica italiana“

Domanda al signor Rondolino: che ne pensa, la denuncia basta o le vogliamo anche dare una manganellata in testa a questa donna che ha osato protestare contro il Pd?

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