Nella giornata di ieri c'è stato un colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier greco Alexis Tsipras: secondo molti il Cremlino potrebbe rappresentare come una fonte alternativa ai finanziamenti della Troika, perciò le mosse dei due governi in questo senso incutono timore all'Europa, come spiega Simone Pierani su Il Manifesto:
"Ieri mattina, nel bel mezzo delle dimissioni di Varoufakis e le speculazioni sugli incontri europei e della Bce, è arrivata la notizia di una richiesta immediata di colloquio da parte di Putin nei confronti di Tsipras. Il panico in Europa è durato pochi minuti, ma deve aver fatto sobbalzare sulla sedia più di un leader europeo.
A quanto pare, invece, sarebbe stato Tsipras ad interrompere la sua riunione con i partiti politici greci, per telefonare a Putin e aggiornarlo su quanto stava accadendo. Secondo il resoconto scarno delle agenzie, il presidente russo avrebbe discusso con Tsipras del risultato del referendum di ieri ed «espresso sostegno per i greci che devono superare le difficoltà che il paese si trova ora davanti».
Putin e Tsipras avrebbero anche discusso «di alcune questioni relative all'ulteriore sviluppo della cooperazione fra Russia e Grecia». La telefonata conferma alcune dinamiche piuttosto note.
Il legame tra Russia e Grecia in fatto di energia e non solo, c'è ed è una potenziale strategia di gestione della crisi da parte di Atene. Posto che alla Russia interessi esporsi in modo dirompente.
Nei giorni che hanno preceduto il referendum greco,il Cremlino aveva specificato di essere disposto ad aiutare la Grecia, qualora fosse Atene stessa a richiederlo. Putin di sicuro gongola a vedere in difficoltà quei paesi europei schierati contro Mosca per la crisi ucraina e potrebbe non essere così remota la possibilità di un tentativo da parte della Russia, di attrarre la Grecia verso il polo che attualmente vede Mosca e Pechino in prima linea. Un fattore che potrebbe rallentare un'eventuale e più aperta esposizione russa al riguardo è determinato proprio dall'atteggiamento cinese".
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